Quando la fantasia si infrange contro il duro scoglio della realtà il poeta può anche decidere di scendere dal mondo, come fece Majakovskij, in piena corsa, perché non gli riuscì di fermarlo.
Paradossalmente una macchina, la macchina fotografica, è in grado di rovesciare i termini della riflessione del poeta russo e scardinare la sua rabbiosa intransigenza.
La fotografia trasforma infatti il duro scoglio della realtà in fantasia e ferma il mondo nell’istante infinito dello scatto.
Queste sue peculiarità l’hanno resa indispensabile per portare a conoscenza, in immagine, luoghi dove non si è mai stati ed avvenimenti a cui non si è assistito. Funzione questa assolta dal reportage fotografico. Ma la fotografia travalica i confini di questo ambito utilitaristico e frequenta anche i territori della ricerca e della sperimentazione con un linguaggio da tempo consolidato.
Su entrambi i fronti si cimenta da più di un decennio ormai, Fabio Marino, reporter e fotoamatore che in questo sito propone i risultati della sua indagine.
In queste immagini l’Autore rivela una virtù di precisione realizzativa e dimostra di aver raggiunto una maturità espressiva capace di trasformare l’ipercromatismo in una tecnica per arricchire il soggetto. Sia esso l’eterna sfida dell’uomo contro il mare, sia la contemplazione della morte nella processione del Venerdì Santo, siano i particolari del paesaggio siciliano a cui la luce dà forma e colore.
Dietro la sua fotocamera c’è uno sguardo guidato da un gusto e da una mente affinati da un travagliato processo culturale ed umano che tiene debitamente conto della lezione dei grandi maestri della fotografia, italiani ed europei.